|
Dal 1° agosto si può acquistare su www.phasar.net
ORIGINE E STORIA
DELLA FAMIGLIA FRECENTESE. IL RAMO DI S. MARIA CAPUA VETERE
di Roberto Frecentese

Le
origini del casato Frecentese e la sua vicenda storica sono percorse
attraverso l’ausilio dei documenti a partire da Giovanni di
Nocera (1017?) e nelle diramazioni dei suoi nuclei a Sarno, Amalfi,
Napoli, Nola.
Da Nola è nato il ramo di S. Maria Capua Vetere agli inizi del XVIII secolo.
Nel libro sono ricostruiti per la prima volta storia, attività
economiche, personaggi, parentele, legami sociali e cultuali,
curiosità, genealogie (Sarno, Amalfi, Napoli, Nola, S. Maria
Capua Vetere, Vallo della Lucania, Laurino, Torre Annunziata) con
l’ausilio delle fonti d’archivio.
Le notizie sparse un po’ dappertutto e mai collazionate tra loro
vengono presentate in un quadro storico- genealogico, grazie al quale
è possibile ricavare gli intrecci tra il casato ed i territori
di antica tradizione politica, economica e culturale del Regno di
Napoli.
La famiglia, appartenente alla nobiltà locale di Sarno, ha
vissuto un periodo di straordinario splendore tra XV e prima
metà del XVI secolo, durante il quale ha partecipato attivamente
alla società del tempo.
Un capitolo è stato dedicato interamente ai documenti medievali.
Il volume possiede, oltre quello generale dei nomi e dei luoghi, un
indice per genealogie al fine di agevolare la ricerca.
Edizioni PHASAR 2012 € 35,00
ISBN: 978-88-6358-146-1
Proprietà letteraria riservata
© 2012 Roberto Frecentese
Il libro è disponibile anche in formato e-book
|
|
I RAMI DI S. MARIA CAPUA VETERE IN ARGENTINA, BRASILE, U.S.A.
I Frecentese di S. Maria Capua Vetere in Argentina
Due sono stati i Frecentese sammaritani emigrati in Argentina. Il primo
in assoluto è Paolo Francesco Antonio, figlio di Vincenzo Giuseppe
Maria e Maria Teresa Grandizio. Nato il 6 marzo 1849 si è sposato il 4
luglio 1867 con Maria Rachele Ferrara.
La coppia ha avuto: Pasqualina Maria Luisa, nata il 29 aprile 1868 e
morta il 19 dicembre 1871, Teresa Michela, nata il 6 novembre 1871,
Pasqualina Candida Rosa, nata il 6 gennaio 1874, Vincenza Elvira, nata
il 16 settembre 1876 e morta il 23 agosto 1885, Assunta Clarice, nata
l’8 agosto 1880 e morta il 6 luglio 1883. Paolo Francesco Antonio e
Maria Rachele decidono di partire per l’Argentina.
Si imbarcano a Genova e raggiungono con la nave Regina Margherita,
viaggiando in terza classe, il paese latino-americano l’8 ottobre 1888.
Vengono registrati i loro nominativi. Figurano: Paolo Trecentese244 di
anni 39, sposato, cattolico, jornalero (manovale); Maria Ferrari di
anni 36, sposata, cattolica, jornalero; Ludovico di anni 13, celibe,
cattolico, jornalero; Almerinda di anni 10, nubile, cattolica; Teresa
di anni 8, nubile, cattolica. Con loro è anche Carmela Trecentese di
anni 43, sposata, cattolica, jornalero. Carmela è la sorella di Paolo,
nata il 21 maggio 1851 e coniugata con Pasquale Trepiccione l’11
febbraio 1875. Ha in realtà 37 anni e non 43 come dichiarato. Paolo e
Maria non portano con sé le figlie Teresa Michela di 17 anni e
Pasqualina Candida Rosa di 14 anni. Invece alla coppia di sposi
si aggiungono Teresa, Ludovico ed Almerinda, che non risultano tra i
loro figli così come si evince nello stato civile del comune di S.
Maria Capua Vetere e nei libri di battesimo delle parrocchie
sammaritane. Si potrebbe pensare che Teresa, Ludovico ed Almerinda
possano essere i figli di Carmela, fatti registrare con il cognome
della madre in quanto minorenni, al fine di favorirne lo sbarco in
Argentina.
Carmela ha registrato i figli avuti con il marito Pasquale Trepiccione
a S. Maria Capua Vetere con il cognome del marito: Teresa, nata il 18
settembre 1876 e morta il 12 novembre 1882, Ermelinda, nata il 9
novembre 1878, Ludovico, nato il 6 novembre 1880, e Teresa, nata il 22
febbraio 1884. Ermelinda facilmente è l’Armelinda dello sbarco.
C’è di più, nella nave non figura Pasquale Trepiccione, anzi non ci
sono Trepiccione sbarcati quel giorno dal bastimento Regina Margherita.
Non figura neppure nel database degli emigranti italiani sbarcati in
Argentina nell’arco temporale tra 1875 e 1900.
Altro elemento utile a districare la vicenda sono i tre atti di
matrimonio celebrati in Argentina riguardanti Ermelinda, Ludovico e
Teresa Trepiccione, figli di Pasquale e Carmen (Carmela) Frecentese,
registrata Trecentese. Negli atti della parrocchia di Nuestra Señora de
Balvanera di Buenos Aires risultano sposati rispettivamente il 16
aprile 1900 (152/1900) con Raffaele Cecio, il 16 gennaio 1904 con
Albina Rovitti (207/1904), il 14 agosto 1909 (186/1909) con Sebastiano
Melandri.
Questo conferma l’effettiva situazione del nucleo sbarcato in Argentina.
L’esperienza argentina si rivela insoddisfacente, tanto che Paolo
Francesco Antonio ritorna in Italia. La moglie Maria Rachele Ferrara
muore a S. Maria Capua Vetere il 16 novembre 1889, segno che marito e
moglie erano rientrati in Italia. Paolo, rimasto vedovo, contrae un
nuovo matrimonio a S. Maria Capua Vetere con Maria Viggiano il 10
settembre 1891. Ma l’animo irrequieto di Paolo lo spinge a ritentare
una nuova avventura emigrando, questa volta, in Brasile. Della coppia
si perdono le tracce.
Il secondo Frecentese che si reca in Argentina è Giuseppe Annibale
Umberto, figlio di Ottavio Giovanni Giuseppe e Maria Giuseppa Majorano.
Nato il 24 maggio 1881, non risulta tra gli immigrati sbarcati negli
elenchi degli arrivati sul suolo argentino, che, occorre ricordare,
sono piuttosto lacunosi.
Della sua persona rimangono alcune memorie di famiglia. Viene ricordato
come Giuseppe abbia esercitato l’attività di musicista presso il teatro
Colón di Buenos Aires. Il teatro Colón era stato inaugurato il 25
maggio 1908, dopo un lungo e complesso lavoro durato quasi 20 anni. È
una delle strutture teatrali più belle al mondo sia per l’architettura
sia per l’acustica.
Nell’atto di nascita della propria figlia Gioconda America nel 1914 e
nella sua registrazione in Italia pervenuta con dichiarazione del
Consolato generale di Mendoza il 24 giugno 1989, egli si dichiara
musicista ed abita in Mendoza in via San Juan al numero 1669.
Giuseppe Annibale Umberto conosce un’immigrata di origini italiane:
Carmela Accorinti, nata a Catanzaro nel 1890. Giuseppe e Carmela si
sposano a Mendoza il 10 luglio 1909. Dalla loro unione nascono:
Octavio, nato il 25 giugno1912 a Balvanera-Buenos Aires e morto
piccolino, Josefa Ana, nata il 22 1914 a Mendoza, Otelo Andrés José,
nato il 20 agosto 1917 a Mandoza, Walkiria, nata il 5 febbraio 1921 a
Mendoza, Hamlet, nato il 22 ottobre 1922 a Mendoza.
Tranne che per il primo figlio chiamato Octavio come il papà di
Giuseppe e Josefa Ana che ricorda il nome della madre di Giuseppe,
l’amore per la lirica lo porta a denominare i figli con i titoli di
famose opere: Gioconda di A. Ponchielli, Otello di G. Verdi, Walkiria
di R. Wagner, Hamlet di A. Thomas. Chissà che non siano state opere da
lui eseguite al teatro Colón…
Giuseppe Annibale Umberto torna a S. Maria Capua Vetere. Non se ne
conosce il motivo, sicuramente abbandonando i propri figli, che
continuano a vivere a Mendoza, come è dimostrato dagli atti di
matrimonio e di morte dei suoi discendenti.
Nella città lavora come guardiano. Nella memoria orale dei parenti
italiani sembra possa essere stato il custode del locale cinema.
La sua permanenza nella città campana è caratterizzata da un ricovero
presso l’ospedale “S. Giuseppe e Melorio”, nel quale il 27 luglio 1944
all’età di sessantatré anni si spegne. Nell’atto di morte risulta
anagraficamente coniugato ma non è segnalato il cognome della consorte.
I figli Octavio e Josefa Ana muoiono piccoli. Gioconda America si
coniuga con Joaquín Tejón e dalla unione nascono Carmen Virginia ed
Eduardo. Gioconda muore nel gennaio 2001.
Otelo Andrés José sposa Angela Olimpia Quiroga: nascono Felix Octavio,
Mario Àngel e Carmen Julia Beatriz. Otelo, impiegato di tribunale, è
stato un affermato cronista di eventi sportivi. Giornalista a Mendoza,
muore il 18 dicembre 2005. Di lui si ricordano la fondazione del
Circolo dei giornalisti sportivi di Mendoza e dell’Ufficio stampa della
Lega di Mendoza che, oggi, porta il suo nome. È stato telecronista di
calcio presso le emittenti radio e articolista del giornale Los Andes.
Felix Octavio esercita l’avvocatura, Mario Àngel è stato docente
universitario di Scienze agrarie presso l’Universidad Nacional di
Cuyo-Mendoza. Carmen Julia Beatriz dà alla luce il 17 giugno 1975
Nicolás Sebastian nella città di Buenos Aires, tre mesi dopo il colpo
di stato in Argentina. Nicolás mantiene il cognome materno e fa parte,
così, del casato Frecentese.
Hamlet viene registrato con il cognome Fresentese per un errore
dell’impiegato dell’ufficio anagrafico. Si unisce in matrimonio con
Genoveva Ines Jiménez; ha una figlia di nome Maria del Carmen ed un
figlio di nome Norberto Daniel. Hamlet muore il 26 luglio 1987.
I Frecentese di S. Maria Capua Vetere in Brasile.
Il Brasile era una delle mete privilegiate dell’emigrazione. Anche tra
i sammaritani si segnalano famiglie e singoli che cercano fortuna in
quella terra. Tra i Frecentese sono due suoi membri che lì si recano.
Il primo è Paolo Francesco Antonio Frecentese, figlio di Vincenzo
Giuseppe Maria e Maria Teresa Grandizio, nato il 6 marzo 1849. Di lui
si è già parlato a proposito della sfortunata esperienza argentina.
Sposatosi in seconde nozze a S. Maria Capua Vetere con Maria Viggiano
il 10 settembre 1891, il suo spirito alquanto inquieto lo porta a
sognare la nuova avventura brasiliana.
Poco dopo il matrimonio, Paolo si imbarca sulla nave Arno e sbarca a
Santos il 14 ottobre 1891. Viene registrato nell’Hospedaria dos
migrantes come singolo. Anche qui il suo cognome viene trasformato in
Trecentese. Di Paolo e della moglie si perdono le tracce.
Il secondo è Corindo Ottavio Vincenzo Salvatore Costantino Frecentese.
Nasce a S. Maria Capua Vetere il 18 giugno 1862 da Gaetano Maria
Pasquale, possidente, e Matrona Trojano nella casa posta in strada
Concezione. Il 21 maggio 1886 ottiene il congedo illimitato dal
distretto militare di Caserta dopo aver prestato servizio nel Regio
Esercito Italiano Caserta. Tra le note: arruolato come soldato di terza
categoria, 167 cm di altezza, esercitante la professione di
scarpellino.
Corindo richiedeva il rilascio del passaporto, che gli veniva
consegnato a Caserta il 7 settembre 1888 con queste note
caratteristiche: statura alta, capelli neri, occhi cervoni, mento
ovale, barba nera, 36 anni. Il suo nome verrà modificato in Corinto.
A São Paulo del Brasile era emigrato anni addietro Antonio Salvati,
originario di Milano e vivente a Venezia con la propria famiglia. Il
Salviati era un restauratore, che per motivi di lavoro aveva deciso di
recarsi in Brasile per migliorare la propria condizione economica resa
difficile da una congiuntura non facile. In Brasile, per le sue
qualità, veniva chiamato ad insegnare presso il Liceo d’Arte di São
Paulo la materia di “Affreschi esterni”. Aveva bisogno di un aiutante
per la sua attività. Effettua la richiesta presso l’ambasciata
italiana, che individua in Corindo Frecentese la persona adatta per via
della qualifica dichiarata.
Corindo si imbarcava a Genova sulla nave Gramaticos il 30 settembre
1898 e sbarca direttamente senza passare, come tutti gli altri
emigrati, dall’Hospedaria dos migrantes. Veniva accolto dal Salviati e
ne diveniva ben presto stretto collaboratore nel Liceo. Corindo ne
frequenta, inoltre, l’abitazione e conosce Maria, la più piccola dei
figli di Antonio Salviati. Corindo e Maria si sposavano il 3 agosto
1899. Desideroso di intraprendere un’attività autonoma, dopo undici
mesi di collaborazione con il prof. Salviati, Corindo si dedicava al
restauro ed alla costruzione di abitazioni in alcuni quartieri di São
Paulo. Dal matrimonio nascevano tre figlie: Matrona Elvira, Olympia,
Joana. Corindo, in seguito a complicazioni respiratorie moriva nel
1908, lasciando Maria vedova ad appena 29 anni e tre piccole figliole
da crescere con i soldi risparmiati e messi da parte dal marito. Maria
morirà nel 1961.
Matrona Elvira nasceva il 28 novembre 1901 e si sposava con Umberto
Fusaro di origini italiane. Umberto possedeva un’attività di tessitura
e nel corso del tempo avviava la professione di modista per
signore. Matrona Elvira moriva il 16 giugno 1994, dopo aver messo al
mondo tre figlie: Maria, Helena, Dirce.
Olympia nasceva il 15 agosto 1903. Sposava il professor Luciano Fusaro,
fratello di Umberto nel 1922. Dopo quasi un anno di matrimonio Luciano
all’improvviso moriva. Così Olympia ad appena 20 anni rimaneva vedova.
Dopo aver conosciuto Amadeu Castanho, avvocato e proprietario di
un’azienda agricola, vedovo con quattro figli, lo sposava il 19
settembre 1925. La famiglia viveva a Piracicaba. Amadeu ebbe due figli
da Olympia: Teodorinha nel 1926 e Amadeu nel 1928. La famiglia era
benestante con personale di servizio, autista con macchina Ford. Con la
crisi del caffè Amadeu perse la piantagione, la casa fu venduta, furono
pagati i debiti. Tornò al mestiere di avvocato.
Amadeu aveva combattuto nella “Revolta da Armada” del 1891. Proclamata
la costituzione, alcuni rivoltosi contrari al nuovo parlamento,
appoggiati da unità navali al largo della capitale Rio de
Janeiro, intendevano abbattere il Presidente del Brasile, minacciando
di bombardare la città. Nel novembre di quell’anno Amadeu a soli 16
anni partecipò ad un’azione di guerra. In particolare era accaduto che
i rivoltosi nella baia di Guanabara con le loro cannonate avevano
abbattuto la bandiera nazionale issata sul Pão de Açúcar, una collina
di una piccola scogliera sul mare. Con coraggio Amadeu riposizionò la
bandiera sul pinnacolo. Portava un cannoncino a braccio con il quale
poté sparare, e i colpi tirati furono la causa della sua sordità. Ha
ottenuto un riconoscimento per il suo valore, ma rifiutò la pensione,
perché riteneva di aver fatto il proprio dovere di brasiliano.
Amadeu moriva nel 1942. Olympia, che aveva ricevuto una buona
educazione con conoscenza delle lingue francese ed italiano, aveva
appreso l’arte del ricamo, dell’uncinetto e del cucito, con le quali
riuscì a mantenere e far frequentare ai suoi figli le migliori scuole.
Moriva il 12 dicembre 1993.
Joana nasceva nel 1905. Si coniugava nel 1929 con Adolfo Gallo, di
origini italiane, di professione tesoriere della City Bank di São
Paulo. Dal matrimonio nasceva René. Joana moriva il 26 settembre 1963.
Delle tre figlie di Corindo e Maria solo Olympia tramandava per via del
figlio maschio Amadeu il cognome Frecentese, che nella
registrazione era stato modificato in Fracentesi e mai corretto presso
gli uffici anagrafici.
Teodorinha era nata a Piracicaba il 24 giugno 1926. Ebbe la possibilità
di studiare nel Colegio Piracicabano come segretaria. Si diplomò ed
insegnò nella Escola Normal. Era appassionata di piano e conseguì il
diploma presso il conservatorio musicale della città. Conosciuto
l’ingegnere agronomo Dinival Martinelli, figlio di un italiano, lo
sposò nel 1950. La coppia visse in un’azienda sperimentale a
Sertȃosinho. Tra il 1953 ed il 1954 si erano trasferiti a Marlow in
Inghilterra. Tornarono in Brasile. Teodorinha morì nel 2005. Hanno
avuto un’unica figlia di nome Maria Amélia.
Amadeu è nato a Piracicaba il 6 aprile 1928. Ha frequentato il primo e
secondo grado del College Piracicaba (ex American College) e la scuola
del commercio “Cristoforo Colombo”, dove ha conseguito il diploma per
l’attività di controllo amministrativo e contabile. Ha iniziato a
collaborare con il padre presso il suo studio legale. Andò a lavorare a
São Paulo come contabile nel 1949. Su richiesta della madre ritornava a
Piracicaba l’anno dopo e iniziò a lavorare come ragioniere ed
amministratore della ditta Guidotti & Co. fino al 1957. Nel
frattempo aveva partecipato ai corsi organizzati dalla General Motors.
Intanto nel 1958 aveva creato una propria impresa per l’importazione e
vendita di componenti per automobili e trattori Zetor. Nel 1962 ha
partecipato a São Paulo al corso per telegrafia e radio, ottenendo il
relativo diploma. Iniziava così il suo impegno di radioamatore.
Giungeva a diventare direttore del Labre (Liga des Amadores Brasileiros
de Rádio Emissão). Ancora ha collaborato alla fondazione e crescita di
alcune imprese metalmeccaniche. Ha esercitato ed esercita tuttora la
funzione di amministratore di condomini. Ha sposato Maria Iomar Palhano
nel 1952 e da lei ha avuto tre figli: Amadeu Neto Castanho, Renata
Palhano Castanho, Claudia Palhano Castanho.
Con Amadeu ha termine il ramo brasiliano dei Frecentese originari di S. Maria Capua Vetere.
I Frecentese di S. Maria Capua Vetere negli U.S.A.
Domenico Frecentese, nato a S. Maria Capua Vetere il 4 ottobre 1889,
commesso di farmacia, figlio di Guglielmo Roberto Gustavo, guardia
comunale, e di Erminia Lamonica, e Girolama Gioielli, nata anche lei a
S. Maria Capua Vetere il 22 novembre 1896, si sono sposati nel Duomo il
15 novembre 1920.
Hanno avuto un figlio di nome Guglielmo, nato il 27 febbraio 1921, che
muore il 18 aprile 1921. Dall’unione nasce un secondo figlio il 3 marzo
1922, a cui viene dato il nome di Guglielmo in ricordo del primo
figlioletto.
La famiglia parte da Napoli per gli U.S.A. con la nave Giulio Cesare e
sbarca una prima volta il 19 settembre 1923 a Ellis Island (New York),
ma viene respinta dopo un periodo di ricovero in ospedale.
Quest’esperienza segnerà la salute di Girolama. Nel novembre 1923 la
famiglia è trascritta in un altro documento di sbarco, anch’esso
fallito.
Nei registri di sbarco il piccolo Guglielmo viene dato come nato il 27
febbraio 1921. Non si sa se per errore del padre o consapevolmente per
aggirare eventuali ostacoli burocratici, il piccolo viene iscritto come
fosse il primo figlio della coppia.
La famiglia ritorna in U.S.A. il 31 maggio 1927 partendo nuovamente dal
porto di Napoli con la nave Duilio. Sbarca a New York, dove, espletate
le formalità di rito, indica come ospitalità i parenti della madre di
Domenico, in particolare lo zio Lamonica Raffaele, residente in
Richmond Hill. Viene dato anche come riferimento anche un altro zio:
Domenico Giordano.

Domenico si dichiara commesso di farmacia e Girolama sarta.
Il 24 agosto 1931 muore Girolama Gioielli a Brooklyn a soli 35 anni28,
lasciando orfano Guglielmo all’età di appena 10 anni. Ricoverata
d’urgenza al Kings County Hospital si spegne in poche ore per una
miocardite cronica ed una nefrite vasculare cronica e sepolta nel St.
Johns Cemetery del Kings di New York senza lapide per la povertà della
famiglia.
Domenico diventa cittadino statunitense con il nome di Domenick il 9
marzo 1937, dopo la petizione di naturalizzazione del 1° dicembre 1931.
Il figlio si chiamerà da quel momento William. Abitano al 2378 di
Pacific St. Brooklyn, New York. Sono ospiti della famiglia di Giuseppe
Molinaro nel 1942, dato che si ricava dalla SS, documento di assistenza
ed assicurazione sanitaria.
Domenick e William sono inseriti nelle liste degli arruolati per
partecipare alla II guerra mondiale. Domenick è inserito nelle liste
nel 1942 all’età di 53 anni.
William con il grado di pvt è arruolato il 7 gennaio 1943 nella
3rd Infantry Division U.S. Army; la divisione partecipa alle campagne
militari in Italia e Francia. Viene poi aggregato alla 7th Infantry
Division U.S. Army e fa parte del 3° battaglione medico. Il suo
inserimento nel battaglione medico può essere stato deciso sulla base
della frequentazione delle farmacie, presso le quali il padre Domenick
aveva segnalato di aver prestato la sua opera di commesso.
Tra il 30 di settembre ed 1° ottobre 1944 a Ferdrupt, presso i monti
Vosgi, William con la company F si distingue per un’azione di
salvataggio tra l’ammirazione di tutti. In quest’occasione rimane
ferito: per il suo eroismo riceve la stella d’argento e viene insignito
della purple heart.
William viene passato alla 274th Infantry Division U.S. Army e ritorna
a bordo della Queen Elizabeth in patria il 9 ottobre 1945 con il grado
di Pfc.
William è assunto presso la Long Island Railroad. Il 17 febbraio 1950
due treni si scontrano a Rockville Center per un mancato scambio di
binari, causato da un casellante; muoiono 18 persone. La società
effettua ispezioni sul personale in servizio e, una settimana dopo il
tragico incidente, William viene trovato che dormiva durante il suo
turno al casello, cosicché viene licenziato.
In questi anni William sposa Celia Cohen, nata il 28 aprile 1924. La
ragazza è ebrea ed è figlia di Abraham Nana Cohen e di Jennie Adel
Talmod. Il padre, portiere di un condominio, proveniva da una località
della Syria, immigrato successivamente a New York. Celia presta nel
1942 la sua attività lavorativa presso il Green Wine di via Siegel a
Brooklyn, quartiere in cui vive la famiglia Cohen al 1940 di Pitkin Ave.
Il matrimonio di Celia probabilmente venne osteggiato e la nuova
famiglia venne esclusa dalla comunità ebraica. Celia rimase fedele alla
religione ebraica, così come attesta la stella di David sulla
lapide della sua tomba.
La coppia non ha avuto figli.
Domenick muore a New York il 1 febbraio 1971 ed è sepolto accanto ala moglie, anch’egli senza lapide.
William muore il 15 maggio 1976 ed è stato inumato al Long Island National Cemetery di New York tra i veterani.
Celia acquista un terreno con una sovrastante abitazione dal comune di
New York ad un’asta, alla quale partecipa anche la sorella (o cugina)
Faye il 19 aprile 1984 e qualche anno più tardi, il 27 febbraio 1988,
accende un mutuo. Il bene è posto in 328 Cross Bay Blvd, 11693 Far
Rockaway nel Queens. La sorella acquista un confinante terreno con casa
in contemporanea ed abita al n. 326 della medesima via.
Celia muore il 30 dicembre 1992 e viene sepolta vicino al marito nel Long Island National Cemetery.
Il piccolo patrimonio di Celia viene amministrato da Faye, che si era
sposata con Thomas Pepitone (Thomas muore il 3 febbraio 1992), e da
Sara Cohen, probabile altra sorella o cugina di Celia. La proprietà
viene venduta. Faye muore nel 1995.
Il ramo sammaritano dei Frecentese in U.S.A. così si è estinto.
|
|